Smart creatures.

  • recensione del volume.

Cambiano i mezzi, gli oggetti, il nostro modo di interagire, e cambia anche l’architettura, che necessita di stare al passo con il tempo in cui nasce. Esistono gli smartphone, gli smartwatch, le smartcar e così via, ma cosa si intende per smart architecture? Innanzi tutto, c’è bisogno di una rivoluzione dei mezzi di cui l’architettura fa uso, ma non si tratta di utilizzare nuovi strumenti per ottimizzare un processo già esistente; lo smartphone non è un mezzo più efficace e rapido per fare una telefonata, lo smartwatch allo stesso modo non lo è per guardare l’orario. Telefonare e guardare l’orario non bastano più, è banale. Gli oggetti delle nostre azioni sono cambiati, l’oggetto dell’architettura è cambiato. Non si tratta più di progettare una ‘’macchina’’, anche quello è scontato, i progressi tecnologici hanno fatto così tanti passi in avanti che progettare una macchina non è più un processo complesso. Oggi un prodotto architettonico è un computer, e da tale, deve essere ‘’attivo’’, dinamico, in movimento, deve rispondere a degli imput dal mondo esterno, trasferendo degli output in un sistema di componenti interagenti tra loro. E se in senso lato, definiamo con ‘’intelligenza’’ la capacità di apprendere, elaborare e rispondere, eccoci giunti alla definizione di Architettura Intelligente. La definizione di ‘’intelligenza’’ è quella che ci fa comprendere al meglio la questione, ponendosi da ponte tra il mondo naturale e quello artificiale, associando qualsiasi edificio o sistema informatico ad un qualsiasi ecosistema naturale. Potremmo quindi tutti comprenderli in un insieme di entità che lavorano allo stesso modo: rappresentano un sistema di componenti in cui ognuno di essi interagisce con gli altri al fine di rispondere nella maniera più efficace agli imput provenienti dal mondo esterno. La teoria della selezione naturale di Darwin conferma che la capacità di un organismo muta al variare delle condizioni esterne. Nell’ immagine, l’evoluzione dei computer Apple, che seppur composti allo stesso modo, si adattano nel tempo alle nuove esigenze esterne, e migliorando rispetto modello che li ha preceduti.

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‘’In un sistema sociale così composto, ogni individuo risulta dotato di una intelligenza specifica, che lo rende capace di reagire a input ben specifici. Una piccola società artificiale composta da più individui avrà tendenzialmente maggiori possibilità operative, per via del fatto che potrà rispondere a variazioni ambientali multiple e complesse, innescando dei comportamenti sistemici articolati.’’ Il principio di diversità genetica invece, ci insegna che lo stesso organismo può esistere in forme diverse in base a diverse combinazioni genetiche. E che il fenotipo dell’essere vivente, non è altro che una manifestazione di un codice contenuto nel genotipo.

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Parlando indifferentemente di sistemi naturali e artificiali, ciò significa che in un sistema informatico l’architetto non progetta più la forma finita, ma progetterà il codice, il sistema di componenti e parametri al variare dei quali la forma cambierà.

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L’autore espone in maniera dettagliata le nuove frontiere dell’architettura in questi termini, non riservandosi di citare ed esporre esempi pratici di progetti portati avanti da architetti all’avanguardia nel mondo. I frequenti e mai casuali o fuori luogo riferimenti e parallelismi al mondo naturale, non rappresentano mai un pretesto fuorviante, il punto del discorso è sempre e solo uno: cosa si intende per smart creatures? Quali sono i mezzi? Come lavorano? Seppur si tratti di una tematica complessa e articolata, perchè in costante movimento e mutamento, il volume riesce a sciogliere i nodi a riguardo in un linguaggio chiaro e accessibile, limitandosi a descrivere e far comprendere i processi svincolandosi in ogni modo da un qualsiasi tipo di contestualizzazione temporale, per cui appare essere ancora attuale e non scontato, un cuore di informazioni e spunti su una tematica che ci riguarda anche dopo quasi 10 anni, e che anche se evoluta, arricchita di altri elementi, rimane tale. Certo, non consiglierei il volume a chi cerca consigli su quale software sia meglio utilizzare per la progettazione digitale nel 2022, perchè lì cadremmo necessariamente in una contestualizzazione di tipo temporale.