
Il concetto di ‘’ spazio ’’ non è assoluto ma in continua evoluzione, a proposito di quando già detto della sua relazione con il tempo. Muta e si arricchisce di nuovi layer concettuali o tecnici che si sovrappongono. Analizziamo tre livelli di comprensione di questo concetto e spighiamone l’evoluzione, fornendo un parallelismo con l’ambito medico: SPAZIO COME ORGANO : Con Bruno Zevi , per la prima volta, lo spazio diventa questione fondamentale del pensiero architettonico, prima apparteneva a principi di applicazione degli ordini classici, o a ragionamenti sul proporzionamento. Egli sostiene che il centro della riflessione architettonica a a che vedere con i vuoti, ripercorrendo l’evoluzione della spazialità tra le architetture del passato. Il periodo della Rivoluzione Industriale coincide con l’affermazione del pensiero positivista , che ricerca relazioni dirette tra causa ed effetto, a partire dalla medicina (rapporto tra forma e funzione degli organi). In Architettura questo si esplica in una concezione organica, perc ui sussiste sempre una corrispondenza tra forma e funzione 1. , seppur le forme di Wright, sono diverse da quelle di Le Corbusier o di Gropius. SPAZIO COME SISTEMA: Apartire dal Dopoguerra poi, la medicina ha cominciato ad interessarsi dei sistemi del corpo, l’attenzione è quindi rivolta ad un sistema più complesso di elementi legati tra loro, che si influenzano a vicenda, lavorando per simultaneità , e non a catena. Per generalizzare, immaginiamo un sistema di equazioni in cui ognuna di esse rappresenta un aspetto diverso, che in architettura signifcherebbe avere un sistema che comprenda, la ricerca espressiva, la ricerca di proporzionalità, la ricerca strutturale ecc. Per operare in questo modo è necessario lo strumento dell’ informatica 2. , che consente velocità di calcolo e simulazioni, a questa svolta infatti corrisponde un’evoluzione delle piattaforme informatiche, che prima servivano a disegnare meccanicamente il progetto. SPAZIO COME INFORMAZIONE: Il passaggio successivo consiste nell’ottimizzazione dei sistemi, ma non solo. Il punto è rendere l’informazione la materia prima , alimento ed estetica. Questo corrisponde parallelamente al cambiamento del concetto di tempo cui abbiamo già accennato. In particolare, l’avvento di spazi a più dimensioni , e la possibilità di poterli esplorare, conduce ad una reificazione 3. , ad una circolarità tra strumento e opera. Nell’architettura Rinascimentale si reifica la prospettiva, diventa catalizzante dell’estetica. Si tratta di unire in un nodo lo stumento, la crisi, ed una nuova estetica. Parliamo del colore , a proposito dello spazio come informazione, analizzandone i caratteri e inscrivendolo in tre categorie . 1. CONTESTUALE: è visibile rispetto al contesto in cui mi trovo e quindi alle condizioni esterne. 2. FISIOLOGICO: I mammiferi hanno sviluppato una capacità che altre specie non hanno, quella di vedere a colori, o meglio, una certa gamma di colori. Gli uccelli ad esempio, hanno una gamma di colori molto più estesa. 3. COGNITIVO/CULTURALE: Dalla propria cultura dipende un’attitudine specifica a riconoscere il colore. Gli eschimesi ad esempio, hanno trenta diverse declinazioni del colore che noi chiamiamo ‘’bianco’’, i mediterranei indicano svariate declinazioni del colore ‘’blu’’. Quindi, il colore esiste davvero? Esistono le radiazioni elettromagnetiche, ma il colore è un’informazione , inscritta in tre parametri contestuali parallelamente (contestuale, cognitivo, fisiologico). Quindi il dato è l’onda elettromagnetica , al quale associo delle convenzioni, giungendo all’informazione del colore. Lo spazio concepito come informazione, ha esattamente questo costrutto. Esso non esiste, esiste la materia come dato , che io faccio diventare spazio nel momento in cui le associo le tre categorie.