La bellezza che l’uomo riscontra nelle strutture naturali indica come, a un livello più profondo, il suo sistema di percezione visiva riconosca come caratteri affini alla sua stessa dimensione umana alcuni pattern o proporzioni armoniche che compaiono in diverse strutture di organismi del mondo naturale.
[Nature by numbers, Cristòbal Villa.]La serie di Fibonacci, ad esempio, è rintracciabile nel numero di petali di molti fiori. Nei polmoni la geometria frattale costituisce una risposta alla necessità di massimizzare la superficie disponibile per favorire gli scambi respiratori, mentre le ramificazioni frattali dei vasi sanguigni consentono di realizzare una rete fitta e ben distribuita in modo ottimizzato nello spazio (Stern, Peskin 1994). La tassellatura di Voronoi, molto popolare nel design parametrico, è riconoscibile in molte strutture naturali come le ali di alcuni insetti tra cui la libellula o la struttura del sistema linfatico delle foglie di alcune piante. Niente si crea dal nulla infatti, l’opera dell’uomo e le leggi delle arti, provengono da studi sulla natura per cercare di imitarla, come si leggeva sul trattato Sul Progetto di Quatremère de Quincy e Antoine Chrysostome. L’ architettura , allora, ‘’crea una seconda natura che svela la natura prima sotto mille maschere” (Paul Valery), indagandone le sue regole e replicandole in altra forma di manifestazione. Un passo ulteriore è considerare che, il tempo , e quindi ancora la “natura prima”, trasforma a sua volta le opere dell’uomo in una terza natura aggiungendo ‘’alla bellezza come l’ha voluta il cervello umano, una bellezza involontaria, associata ai casi della storia, agli effetti delle cause naturali, di contesti sociali’’(Marguerite Yourcenar, Il tempo grande scultore ). Poste queste basi, è chiaro che il tempo, con il suo modificarsi, porta con se un’idea di bellezza mutevole , e quindi un diverso modo di approcciarsi alle forme della natura per ricercarne le regole. Qual è allora il concetto di bellezza del mondo contemporaneo? Tradizionalmente la bellezza era definita come caratteristica dell’oggetto stesso, e dunque l’arte definita bella si contraddistingueva chiaramente attraverso determinate qualità oggettive come la preziosità dei materiali impiegati o un’esecuzione virtuosa, la pratica architettonica era da sempre stata fondata sugli assunti della venustas vitruviana. Da Duchamp in poi l’oggetto quotidiano diviene arte indipendentemente dalla sua fattezza materiale o dalle sue qualità estetiche, se la percezione dell’oggetto viene proposta alla luce di un nuovo contesto che verte alla ricerca di un significato (o, nel caso di Duchamp, anche alla paradossale ricerca del nonsense, dell’assurdo, del non-significato). L’oggetto diventa arte tramite la sua capacità di essere interpretato e letto dal soggetto come portatore di nuovo significato . Procedendo su questa via, arrivando ad oggi, la bellezza ha definitivamente perso il suo voler essere un fenomeno puramente estetico, ma si estende alla dimensione dell’esperienza vissuta. Comunica con l’utente per figure retoriche , abbiamo parlato di comunicazione marsupiale . Ma la vera svolta di oggi risiede nel potere dell’ informatica , che consente esperienze di interazione tra opera e utente che conducono all’apice questa componente simbolica. E allora come cambia il modo di guardare alla natura e quindi di fare architettura? L’uomo ha sempre tratto riferimento dalla natura: oggi tuttavia la tecnologia propone strumenti d’indagine sempre più precisi che si spingono fino alla scala nanometrica e quindi in grado di osservare la natura nei suoi più intimi elementi costitutivi. Tale assunto può consentire di non limitarsi all’esteriorità della struttura naturale, ma comprendere i principi che la rendono ciò che è. In breve, si può affermare che l’aderenza da parte della natura a uno stesso modello in strutture con funzioni e caratteristiche così diverse consenta un utilizzo ottimizzato di spazio, energia e materia. Tuttavia le specifiche forme sono sempre il risultato dell’intersezione di elementi relativi a stati tensionali interni, a fattori ambientali, a interferenze esterne (come interazioni con altri sistemi biologici), alle tempistiche e alle risorse disponibili. Per comprendere la relazione tra le strutture generative della natura e la loro possibilità di applicazione in ogni altro ambito che preveda la progettazione di sistemi complessi, nel nostro caso l’Architettura, è d’obbligo analizzare il significato di ‘’modello’’ e di ‘’tipo’’ che ne consegue. Citando Aldo Rossi , il modello , inteso secondo la esecuzione pratica dell’arte, è un oggetto che si deve ripetere esattamente com’è; il tipo è, al contrario, un oggetto, secondo il quale ognuno può concepire delle opere, che non si assomiglieranno fra loro. Tutto è preciso e dato nel modello; tutto è più o meno vago nel tipo. Sostanzialmente, questo nuovo approccio generativo che i contemporanei programmi CAAD consentono di mettere in atto, consisterebbe nell’applicazione del principio di evoluzione naturale di Darwin, all’architettura, per cui, sistemi più efficienti avranno vita più lunga. Si tratta quindi, alla luce di una maggiore efficienza , di progettarne l’algoritmo, e non la forma finita, generando così una famiglia di soluzioni , il DNA genetico per intenderci, tra le quali verranno via via scartate le meno efficienti, quelle che meno rispondono alle esigenze richieste, al variare degli input esterni. Uno degli ambiti di interesse in cui si stanno sperimentando particolari applicazioni è quello che considera criteri di carattere ambientale . In tal senso si distinguono i progetti di Kol/Mac Studio che da anni lavora su un’idea di città topologicamente intesa, in cui l’architettura è vista come superficie continua di contatto tra interno ed esterno in rapporto ai suoi elementi naturali quali l’acqua, l’aria e la luce. ( Progettazione genetica. Nuove convergenze tra natura e architettura ,Davide Motta). Lo studio Nervous-System è stato pioniere nell’applicazione dell’approccio parametrico a mezzo di algoritmi di matrice biologica, integrati con la stampa 3D e attraverso la co-progettazione con gli utenti , utilizzando una piattaforma online che consente di customizzare i prodotti intervenendo direttamente sul software generativo con la modifica dei parametri. Esempio di questa possibilità sono le scarpe progettate per New Balance , in cui le suole in schiuma polimerica vengono progettate mediante un algoritmo che definisce la struttura porosa in modo differenziato in funzione dei dati ricavati dalla misurazione delle pressioni esercitate dai piedi degli atleti durante la corsa.
Fonti:
Processi di crescita biologica e Design parametrico, Carla Langella Progettazione genetica. Nuove convergenze tra natura e architettura, Davide Motta Un’idea di bellezza, Franziska Nori.